Google ha citato in giudizio per aver ingannato gli utenti sui dati sulla posizione

Google ha citato in giudizio per aver ingannato gli utenti sui dati sulla posizione
Diversi stati degli Stati Uniti hanno citato in giudizio Google per “frode e manipolazione dei clienti” per ottenere l’accesso ai dati sulla loro posizione. Il procuratore generale Carl A. Racine, insieme ad altri tre procuratori generali, ha aggiunto che Google sta anche rendendo quasi impossibile per gli utenti smettere di tracciare la loro posizione. Altri avvocati hanno in programma di intentare causa nei loro tribunali statali in modo bipartisan.

Secondo l’ufficio del procuratore generale (OAG), Google inganna sistematicamente i consumatori su come viene tracciata e utilizzata la loro posizione. L’azienda ha anche ingannato i clienti facendogli credere di poter controllare le informazioni che Google raccoglie su di loro, contrariamente alla realtà. L’OAG sostiene che praticamente non c’è modo per i consumatori di impedire a Google di raccogliere, archiviare e trarre profitto dai dati sulla loro posizione.

Il procuratore generale Carl A. Racine ha dichiarato:

“Google ha falsamente indotto i consumatori a credere che la modifica del proprio account e delle impostazioni del dispositivo consentirà ai clienti di proteggere la propria privacy e controllare a quali dati personali l’azienda può accedere.

La verità è che, contrariamente alle affermazioni di Google, continua a tracciare sistematicamente i clienti e trarne profitto. Le audaci false dichiarazioni di Google sono una chiara violazione della privacy dei consumatori. Sono orgoglioso di guidare questo gruppo bipartisan di procuratori generali che riterrà Google responsabile dell’inganno.

Nell’ambito di questo procedimento legale, riterremo Google responsabile e, nel processo, informeremo i consumatori su come i loro dati personali, in particolare i dati sensibili sulla loro posizione fisica, vengono raccolti, archiviati e monetizzati. Questo risultato della nostra azione collettiva è che i consumatori, non Google, determineranno come i loro dati verranno utilizzati o meno”.

Molti prodotti Google si basano sull’input dell’utente per funzionare come fanno. Ad esempio, Google Maps si affida agli utenti per mostrare quanto traffico c’è sulla strada. Altri prodotti Google come Ricerca, Gmail e YouTube fanno molto affidamento sui dati e l’azienda li analizza per creare profili utente dettagliati per vendere eventualmente annunci mirati.

Con questa causa, l’OAG sta cercando un’ingiunzione per impedire a Google di commettere tali “attività ingannevoli e illegali”.

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