Microsoft sostiene che Google inganna i regolatori e il pubblico

Microsoft sostiene che Google inganna i regolatori e il pubblico

Rima Alaily, Deputy General Counsel di Microsoft, ha recentemente pubblicato un post dettagliato sul blog di 1.500 parole che critica le strategie impiegate da Google contro Microsoft. Nella sua dichiarazione, Alaily ha evidenziato molteplici situazioni in cui Google ha cercato di minare la credibilità di Microsoft sia con gli enti normativi che con i legislatori, fornendo al contempo informazioni fuorvianti al pubblico.

Alla luce del tentativo di Google di offrire quasi 500 milioni di $, Microsoft, insieme a CISPE, ha deciso di raggiungere una risoluzione alle loro controversie. Per superare questo ostacolo, Google sta ora formando l’Open Cloud Coalition nel Regno Unito e nell’UE per facilitare i suoi sforzi di lobbying. Il gigante della tecnologia ha ingaggiato una società di lobbying e comunicazione ed è in procinto di reclutare vari provider di servizi cloud più piccoli dall’Europa per unirsi a questa iniziativa. Questa coalizione, finanziata in modo significativo da Google, è uno sforzo organizzato per sfidare la presenza di Microsoft nel mercato cloud in queste regioni. In particolare, i materiali di reclutamento per l’Open Cloud Coalition non rivelano il coinvolgimento di Google o i veri obiettivi del gruppo.

Inoltre, Microsoft ha riferito che Google sta facendo pressioni persistenti, sia direttamente che tramite gruppi di intermediari, presso le autorità di concorrenza a livello globale, con l’obiettivo di imporre restrizioni ai suoi rivali cloud hyperscale, in particolare prendendo di mira Microsoft e AWS. Con una capacità di data center di 3.500 MW entro il 2023, la più grande tra i provider cloud, Google sta facendo pressioni per essere classificata come provider cloud non hyperscale o più piccolo per eludere il controllo normativo.

Un ulteriore punto degno di nota dal blog di Microsoft è la rivelazione che Google ha fatto circolare un “fact sheet” a Washington DC all’inizio di quest’anno, che ha cercato di lanciare allarmi sulle strategie di Microsoft nel mercato cinese. Microsoft sostiene che questo documento era fuorviante e pieno di informazioni false. Anche dopo aver affrontato la questione con i massimi dirigenti di Google, non è ancora stata trovata una soluzione.

Inoltre, si è scoperto che Google finanzia vari influencer del settore e personaggi accademici, consentendo loro di criticare Microsoft e produrre “studi” che potrebbero essere utilizzati contro Microsoft in questioni antitrust. Microsoft ha fatto riferimento a un caso recente che esemplifica questa tattica da parte di Google.

Microsoft ha sottolineato che sono attualmente in corso almeno 24 indagini antitrust su Google su scala globale. L’azienda sostiene che Google trarrebbe maggiori benefici concentrandosi sulla risoluzione di questi problemi piuttosto che allocare risorse per indebolire i suoi concorrenti.

Questa continua rivalità tra questi titani della tecnologia sottolinea la feroce competizione che caratterizza il settore del cloud computing. Resta da vedere come Google reagirà a queste gravi accuse e se gli enti regolatori adotteranno misure consequenziali.

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