“Non ho paura”: Lil Woody, testimone chiave del procuratore di Young Thug, parla del rilascio del rapper e delle preoccupazioni sulle ritorsioni
Kenneth “Lil Woody” Copeland, che è stato il testimone chiave dell’accusa nel processo di Young Thug, ha espresso il suo sollievo e la sua felicità per la recente liberazione del rapper. Durante un’apparizione come ospite nel podcast The Danza Project il 2 novembre, Copeland ha condiviso di non aver provato alcun senso di minaccia dopo la liberazione di Young Thug. Ha affermato:
“Non ho paura. Non sono una minaccia per me. E io non sono una minaccia per loro.”
Woody ha attirato molta attenzione durante il processo per aver spesso affermato di non essere in grado di ricordare dettagli cruciali riguardanti il caso. Young Thug è stato rilasciato dalla custodia il 31 ottobre dopo aver accettato un patteggiamento che includeva 15 anni di libertà vigilata e il riconoscimento del tempo scontato.
Rivelazioni da Lil Woody: una relazione complessa
Nel podcast, Lil Woody ha riflettuto sulle sue lotte e ha descritto un periodo della sua vita in cui si è sentito travolto da sfide personali. Ha osservato:
“La gente dice, ‘oh, è un assassino’. No, fratello. Quando quei demoni ti arrivano, i negri possono dire quello che vogliono. So che non siete stati nella mia posizione. Non ho niente da dimostrare a voi tutti.”
Quando gli è stato chiesto di una possibile riconciliazione con Young Thug, ha scelto di non discutere la questione, suggerendo che i tempi divini governano gli eventi della vita. Ha commentato il suo viaggio, affermando di aver superato molte tempeste e di impegnarsi per vivere in modo autentico. Woody ha condiviso i suoi sentimenti positivi:
“Amo Thug, amo Shannon, amo Yak, Quay, amo tutti quei ragazzi. E se provano qualcosa nei miei confronti, tutto quello che posso chiedere è perdono a Dio e andare avanti. Non ho intenzione di fare niente a nessuno.”
L’influenza virale di Lil Woody durante il processo
Nel corso del procedimento, Lil Woody è diventato un fenomeno virale, in particolare per le sue molteplici affermazioni di vuoti di memoria riguardanti dettagli significativi del caso. È stato portato in tribunale come testimone chiave sotto testimonianza immunizzata, con i procuratori che speravano di collegare le sue intuizioni alle presunte attività di gang collegate alla crew di Young Thug, YSL, in particolare per quanto riguarda l’omicidio di Donovan Thomas del 2015.
La sua performance in tribunale, in particolare la sua risposta distintiva “Non ricordo”, non solo catturò l’attenzione dei media, ma portò anche all’uscita di una canzone con lo stesso titolo ad agosto, insieme a merchandising che riportava la frase. In un incidente particolarmente memorabile, Woody fu visto appisolarsi durante il processo e chiese il permesso di arrivare in ritardo il giorno seguente a causa della mancanza di sonno, richiesta che alla fine fu respinta.
Dettagli e controversie dalla testimonianza
Ad agosto, mentre i procuratori presentavano prove, tra cui filmati del suo interrogatorio alla polizia del 2015, la narrazione di Woody iniziò a sgretolarsi. Durante la sua testimonianza, avrebbe rivelato fatti chiave sul coinvolgimento di Young Thug in attività criminali, solo per poi sostenere di aver inventato dichiarazioni su Thug per deviare la pressione della polizia. Ammise candidamente:
“Quindi quello che ho fatto, per toglierli di dosso, è stato dire: ‘Il delinquente ha fatto questo, il delinquente ha fatto quello’. Perché sapevo che non era stato lui.”
“Vogliono sapere di Thug, quindi sto per sedermi qui e dargli gas. Sto per sedermi qui e dire che ha ucciso 19 persone, un sacco di cose.”
Il patteggiamento e il futuro del giovane delinquente
Il 31 ottobre, Young Thug è stato finalmente liberato da una reclusione di due anni. Il suo patteggiamento prevedeva una condanna a 40 anni; tuttavia, i primi cinque anni sono stati scontati in prigione e in seguito ridotti a tempo già trascorso. È stato condannato a 15 anni di libertà vigilata, con condizioni specifiche delineate dal tribunale.
Se soddisfa queste condizioni, i restanti 20 anni saranno considerati soddisfatti dal tempo scontato. Al contrario, qualsiasi inadempienza potrebbe comportare quei due decenni trascorsi dietro le sbarre.
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