La Disney ammette quasi di aver commesso un errore con Rachel Zegler
Con una rivelazione sorprendente, il gigante dell’intrattenimento Disney ha riconosciuto pubblicamente un passo falso nelle sue recenti iniziative, con il punto focale rappresentato dalle deludenti performance al botteghino dei suoi film nel 2023.
La rivelazione arriva come parte di una dichiarazione finanziaria per il trimestre fiscale che termina a settembre, in cui la Disney ammette candidamente che i suoi contenuti recenti, guidati da obiettivi politici e ambientali, non sono in linea con ciò che vogliono i loro spettatori, rischiando un impatto sostanziale sui loro profitti. linea.
La società ha affermato nei suoi documenti depositati alla SEC:
“In generale, i nostri ricavi e la nostra redditività subiscono un impatto negativo quando le nostre offerte e prodotti di intrattenimento, nonché i nostri metodi per rendere le nostre offerte e prodotti disponibili ai consumatori, non ottengono un’accettazione sufficiente da parte dei consumatori”.
Il triste 2023 della Disney
La Disney, un colosso culturale sinonimo di narrazione incantevole, si è trovata a un bivio. La formula, un tempo affidabile, per affascinare il pubblico, soprattutto le famiglie, sembra aver vacillato.
Perdite superiori a 2 miliardi di dollari sottolineano le difficoltà finanziarie dell’azienda, attribuite principalmente a una serie di fallimenti al botteghino. La dichiarazione della Securities and Exchange Commission (SEC) è servita da piattaforma alla società per riconoscere apertamente i rischi associati alla sua recente strategia sui contenuti.
Il rapporto annuale della Disney della Disney afferma:
“Ci troviamo ad affrontare rischi legati al disallineamento con i gusti e le preferenze del pubblico e dei consumatori per quanto riguarda l’intrattenimento, i viaggi e i prodotti di consumo”.
L’ammissione va oltre le implicazioni finanziarie, toccando la percezione dei consumatori della posizione della Disney su varie questioni, presentando potenziali rischi per la reputazione e il marchio dell’azienda, affermando:
“Inoltre, la percezione dei consumatori riguardo alla nostra posizione su questioni di interesse pubblico, compresi i nostri sforzi per raggiungere alcuni dei nostri obiettivi ambientali e sociali, spesso differisce ampiamente e presenta rischi per la nostra reputazione e i nostri marchi”.
Nonostante i successi cinematografici straordinari come Oppenheimer, Gran Turismo e Spider-Man: Across the Spider-Verse, i fallimenti del live-action i remake, i film d’animazione Disney, le innumerevoli riprese e le controversie all’interno dei progetti imminenti, in particolare l’attesissimo Biancaneve, segnano un cambiamento nello zeitgeist dell’intrattenimento.
Controversie su Rachel Zegler
Un esempio dei recenti problemi della Disney è la posizione controversa assunta dalla star di Biancaneve Rachel Zegler. L’attrice ha suscitato indignazione con i suoi commenti contro l’originale del 1937, criticandone le dinamiche narrative e la rappresentazione dei personaggi, dicendo:
“Abbiamo assolutamente scritto una Biancaneve in cui non sarà salvata dal principe e non sognerà il vero amore. Sogna di diventare il leader che sa di poter essere e il leader che il suo defunto padre le ha detto che avrebbe potuto essere se fosse stata coraggiosa, giusta, coraggiosa e sincera.
La Disney, una volta acclamata per la sua magica narrazione, ha dovuto affrontare un duro contraccolpo quando Zegler ha etichettato l’iconico principe come uno “stalker” e ha liquidato la trama come strana. Queste osservazioni non solo hanno innescato una reazione negativa da parte dei fan, ma hanno anche spinto la Disney a ritardare di un anno intero l’uscita del reboot di Biancaneve da 330 milioni di dollari.
L’impatto sull’eredità della Disney
Un tempo considerato un baluardo dell’intrattenimento per famiglie, la recente incursione della Disney nelle ideologie progressiste ha sollevato preoccupazioni tra i genitori e il pubblico. Il tentativo di CEO Bob Iger di “zittire il rumore” che circonda il coinvolgimento dell’azienda in questioni culturali è apparentemente fallito, come evidenziato dalla persistente discordia.< /span>
Interrogato su questi temi al DealBook Summit di New York, ha detto:
“I creatori hanno perso di vista quello che doveva essere il loro obiettivo numero 1. Dobbiamo prima intrattenere. Non si tratta di messaggi”.
Mentre la Disney è alle prese con le conseguenze dei suoi sforzi progressisti, i riflettori sono ora puntati sulla capacità del gigante dell’intrattenimento di correggere la rotta e riaccendere la magia che lo ha reso caro al pubblico di tutto il mondo.
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