Come si è scoperto, gli “anonimi” non stavano affatto bluffando: gli hacker hanno messo gli occhi su Nestlé, che, probabilmente, è stata la più criticata ultimamente per essere rimasta sul mercato russo.
Anonimo ha hackerato Nestlé
Gli hacker del gruppo Anonymous hanno denunciato il furto di un enorme database: sono trapelati 10 GB di e-mail, password e dati di clienti aziendali. Per dare credibilità alla fuga di notizie, è stato pubblicato su Internet un database di oltre 50.000 clienti aziendali del gruppo (sconsigliamo tuttavia di scaricare questi dati).
Nestlé si piega sotto pressione
Nestlé ha ceduto alle pressioni degli hacker e ha annunciato un cambiamento nel suo modello di business in Russia. Il gruppo si concentrerà sulla fornitura di beni essenziali come alimenti per bambini o nutrizione medica/ospedaliera. Allo stesso tempo, la società farà uscire noti marchi Nestlé come KitKat e Nesquik. L’esportazione di prodotti è stata sospesa e la pubblicità e gli investimenti in Russia sono stati abbandonati.
La società non prevede di realizzare un profitto in Russia e non pagherà le tasse nel prossimo futuro. Dopotutto, l’azienda si impegna a donare tutti i profitti alle organizzazioni umanitarie. Inoltre, è il supporto di centinaia di tonnellate di prodotti alimentari e un significativo sostegno finanziario per i residenti dell’Ucraina e i rifugiati nei paesi vicini.
Quindi sembra che la pressione degli hacker avesse davvero senso. Chissà se altre aziende seguiranno Nestlé e lasceranno anche il mercato russo…
Fonte: anonimo, Nestlé
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